Come è nato il progetto Vivir DC? Ci volete raccontare il vostro incontro?
Bruno: Il progetto Vivir DC nasce dalla voglia di creare un progetto sostenibile che possa diventare un punto di riferimento sociale per quanto riguarda il mercato edilizio residenziale. Con Giancarlo ci conosciamo da quasi 15 anni (da quando giocavo a Teramo nei miei primi anni di serie A) ed insieme abbiamo coltivato una visione che ci ha dato la spinta per creare Vivir DC.
Vivir DC: perché avete scelto questo nome? Cosa c’è dietro?
Giancarlo: Il nome deriva dalla parola VIVIR che significa vivere in spagnolo (lingua madre di Bruno) e DC sta per Di Giuseppe e Cerella, i nostri rispettivi cognomi. Dietro questo progetto c’è il desiderio di poter portare il nostro contributo dal punto di vista architettonico, e non solo, ad una città che amiamo e che evolve costantemente.
Se voleste sintetizzare in tre parole i valori che spingono la vostra impresa, quale scegliereste e perché?
Bruno: Dedizione, amore, flessibilità.
Dedizione perché ci prendiamo cura di tutto ciò che comporta questo lavoro, partendo dai nostri dipendenti per arrivare ai collaboratori e clienti finali. L’amore è quello che ci spinge ogni giorno a dare il meglio di noi, consapevoli che, per diventare un punto di riferimento sociale non basta costruire ma coltivare una visione che ti renda unico apportando valore alla comunità. La flessibilità è molto importante in questo momento storico e sopratutto a Milano perché i cambiamenti sono molto veloci e bisogna essere flessibili a cogliere le occasioni del cambiamento per trasformarle in opportunità e penso che qui, un po’ di bravura ed un pizzichino di quella bella follia ci vuole sempre per cambiare strada comprendendo che arrivano i cambiamenti.
C’è un progetto immobiliare a cui siete più legati?
Bruno: Io particolarmente a via Watt 22 perché durante il lockdown mi sono messo a lavorare con le diverse squadre del cantiere per provare ad acquisire più conoscenze possibili ed in più è il posto dove ho preso la mia residenza.
Vivir DC però non è solo immobili: che importanza hanno l’arte e il sociale?
Giancarlo: L’arte caratterizzerà i nostri interventi e li renderà unici. Siamo amanti dell’arte e con Aaron abbiamo iniziato un percorso per creare opere d’arte interattive che rendano gli spazzi comuni unici. L’arte è anche un grandissimo strumento per comunicare i valori che vorremo trasmettere attraverso il nostro modus operandi e le nostre iniziative.
Nel progetto artistico Capsula del Tempo di Aaron Nachtailer e Vivir DC si parla del 2042: tra vent’anni come vi vedrete?
Bruno: Programmo la mia vita visionando tre anni in avanti quindi potrei solo dire che vedo un futuro magico pieno di grandi emozioni da Vivere.